giovedì 27 giugno 2013

Cos' è la Comunicazione Inizio Lavori ( C.I.L.)?


Comunicazione Inizio Lavori (CIL).


La Comunicazione inizio lavori (CIL), è stata  introdotta nel 2010 dalla Legge 73/10, essa permette di semplificare l'iter di alcuni interventi edilizi, tra cui la manutenzione straordinaria.
Finalmente dopo tante leggi e norme emanate in materia edilizia, è arrivato uno strumento che dà la possibilità alle amministrazioni di velocizzare i tempi per realizzare alcuni interventi edilizi.
L’art. 6 del Testo Unico dell’Edilizia si occupa di attività edilizia libera ed è stato completamente riscritto dalla Legge 73 nel 2010.
Le modifiche principali introdotte da questa legge sono state:
- includere la manutenzione straordinaria all’interno dell’attività edilizia libera;
- introdurre uno strumento semplificato chiamato comunicazione inizio lavori.
Fino al 2010 lo strumento più utilizzato per la maggior parte degli interventi edilizi era la DIA (denuncia di inizio attività) che si caratterizzava per il silenzio-assenso di 30 giorni dopo il quale era possibile cominciare i lavori. Oggi, dopo le modifiche apportate dalla Legge 73/2010 e dal Decreto Legge 70/2011, la DIA è sostituita (salvo alcune eccezioni) dalla CIL (Comunicazione Inizio Lavori) e dalla SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività ).

Attività edilizia libera.


Prima di iniziare qualsiasi intervento edilizio, è importante capire in quale categoria esso rientra.
E' necessario pertanto conoscere l’Art. 3 del Testo Unico, intitolato appunto definizioni degli interventi edilizi.
Gli interventi sono 6:
  1. - manutenzione ordinaria,
  2. - manutenzione straordinaria,
  3. - restauro e risanamento conservativo,
  4. - ristrutturazione edilizia,
  5. - nuova costruzione,
  6. - ristrutturazione urbanistica.
 Rientrano nell'attività edilizia libera la manutenzione ordinaria (comma 1 Art. 6 T.U.) e la manutenzione straordinaria (comma 2 Art. 6 T.U.).
La manutenzione straordinaria  rientra solo se gli interventi non modificano parti strutturali dell'edificio, non comportano l’aumento delle unità immobiliari o la modifica dei parametri urbanistici.
Il classico intervento di ristrutturazione di una casa, con lo spostamento di alcuni tramezzi interni, rientra di solito in manutenzione straordinaria.
L’attività edilizia libera, oltre alle due manutenzioni comprende altri lavori come:
- l’eliminazione di barriere architettoniche,
- opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo,
- opere di pavimentazione e di finitura di spazi esterni,
- pannelli solari e fotovoltaici a servizio degli edifici,
- etc., ect.
Considerata la complessità della classificazione, prima di iniziare qualsiasi intervento è opportuno valutare con il proprio tecnico di fiducia quale strumento normativo utilizzare regolarmente.

lunedì 24 giugno 2013

Conoscere la S.C.I.A.


Segnalazione certificata di inizio di attività ( S.C.I.A. )


La Legge 122/2010 ha modificato l’Art 19 della Legge 241/1990 ( Nuove norme sul procedimento amministrativo) e ha sostituito la Denuncia Inizio Attività (DIA) con la Segnalazione Certificata Inizio Attività (SCIA).
Lo scopo era di semplificare l’apertura delle attività in qualsiasi settore, non solo quello edilizio, ma a distanza di tre anni ci sono ancora diverse interpretazioni e molti dubbi in materia. La DIA era usata in edilizia per numerosi tipi di interventi tra cui la ristrutturazione di appartamenti, la demolizione e ricostruzione di edifici, il risanamento ed il consolidamento edilizio. Oggi alcuni di questi interventi possono essere effettuati con la CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata) ed altri con SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività). Prima di presentare all'ufficio tecnico la Segnalazione, il richiedente, supportato dal proprio tecnico, deve verificare la realizzabilità dell’intervento e acquisire i documenti necessari per la realizzazione dei lavori. Al momento della richiesta al Comune, il cittadino ed il tecnico, dovranno autocertificare la sussistenza di tutti i presupposti richiesti dalla Legge. In linea generale si utilizza la SCIA per quegli interventi che prima necessitavano di DIA salvo la manutenzione straordinaria senza interventi strutturali per cui ora si utilizza la CILA.

S.C.I.A : interventi edilizi.

E’ possibile utilizzare la SCIA per:
- Restauro e risanamento conservativo.
- Ristrutturazione edilizia leggera cioè senza modifiche del volume, della sagoma, dei prospetti o delle superfici e senza mutamento della destinazione d'uso.
- Manutenzione straordinaria con interventi strutturali, con aumento delle unità immobiliari e con incremento dei parametri urbanistici (nel caso in cui la manutenzione straordinaria non comprenda queste eccezioni si ricade in attività edilizia libera e va utlizzata la CILA).
Ad esempio, si ricade in MS con interventi strutturali in caso di ristrutturazione interna di una casa con la demolizione di una parte del solaio o la modifica di una scala strutturale.
Ma la SCIA può essere utilizzata anche per numerosi altri interventi che dipendono da specifiche norme locali: realizzazione di parcheggi a raso e parcheggi pertinenziali, frazionamento di immobili, nuovi volumi per impianti tecnologici, arredo urbano, interventi di consolidamento statico di edifici storici, etc.

mercoledì 19 giugno 2013

Parliamo di D.I.A.

La denuncia D.I.A.
 
Modello D.I.A
La denuncia di inizio attività, meglio conosciuta come D.I.A., è un atto amministrativo mediante il quale veniva  comunicato all'amministrazione comunale, la intenzione di eseguire lavori edilizi di piccola entità. E' stata utilizzata fino al 2010 per comunicare ogni genere di lavori da eseguire agli interni delle abitazioni. Oggi viene utilizzata  solo per comunicare varianti in corso d'opera, in quanto questo tipo di atto è stato sostituito dalla S.C.I.A, segnalazione certificata di inizio d'attività. Questo tipo di denuncia di inizio attività (D.I.A.) è stato uno strumento molto versatile, che ha dato, alla pubblica amministrazione italiana (in particolare, agli uffici tecnici dei Comuni) la possibilità di agevolare e snellire il procedimento relativo a pratiche edilizie, di minor peso urbanistico, sull'attività edilizia che si svolgeva sul proprio territorio.
Schema di lavori da realizzare
Con una D.I.A., infatti, si poteva ristrutturare il proprio appartamento, effettuare opere di manutenzione ordinaria o straordinaria sul proprio immobile e persino costruire nuovi edifici, qualora fosse presente un piano particolareggiato, ovvero in caso di demolizione e ricostruzione fedele.
La D.I.A. tuttavia non deve confondersi con un'autorizzazione. Di fatto, essa è un'autodichiarazione del committente dei lavori accompagnata da una relazione asseverata da un tecnico (oltre i vari documenti da allegare), pertanto, risulta essere più responsabilizzante per il privato e per il tecnico, piuttosto che per la pubblica amministrazione che, nel caso di D.I.A., svolge un mero controllo dei requisiti.
La denuncia si presenta allo sportello unico per l'edilizia del Comune, a firma di un tecnico abilitato alla progettazione ( ingegnere, architetto geometra o perito) e deve contenere un progetto grafico
Progetto
rappresentante lo stato di fatto e la situazione futura, una relazione tecnica in cui si descrivono nel dettaglio le opere da compiersi e i riferimenti normativi, nazionali e locali, che interessano il provvedimento e la certificazione del fatto che il "progettista si assume la responsabilità" che le opere siano in conformità degli strumenti urbanistici vigenti al tempo dei lavori.
La responsabilità della correttezza delle operazioni ricade sul tecnico abilitato, che, in tal senso, si sostituisce all'Amministrazione stessa e ne fa rispettare le leggi che la regolano. Pertanto la parcella professionale richiesta dal tecnico è adeguata alle responsabilità che si assume.

giovedì 13 giugno 2013

Costruire un divisorio. Parete in cartongesso.

Capita spesso di imbattersi nel dramma di realizzare un divisorio nella propia casa o appartamento già arredato e allora arrivano i dubbi sulla scelta del tipo di divisorio da costruire. Una parete in mattoni forati richiede un lavoro più impegnativo e poi arreca sporco dappertutto, bisogna poi intonacarla su entrambi i lati, non è forse la scelta migliore, magari se la casa è da abitare allora può andare bene. Ma in questi casi come si può ovviare? Semplice, si costruisce un divisorio in cartongesso, più rapido e molto più pulito da realizzare, senza sporcare e senza provocare polvere in tutta la casa. Ma vediamo come si fa a costruire da soli una parete in cartongesso. Prima di tutto va considerato che questo sistema permette di realizzare divisori che possono successivamente essere smonati senza grossi problemi e soprattutto senza polvere e danni per pavimenti e arredi. Una parete in cartongesso è composta da una struttura in profili metallici zincati e da lastre in cartongesso che vengono applicate su ambo i lati della struttura.

 Struttura Metallica:

Vediamo come è fatta una struttura per parete in cartongesso. Come è possibile vedere dal disegno a lato, essa è composta da un profilo a u di larghezza maggiore degli altri profili, utilizzato come guida sul pavimento e a soffitto. All'interno di detta guida vengono inseriti altri profili in acciao zincato che costituiscono i montanti dove poi si fisseranno i pannelli di cartongesso. Realizzare una parete in cartongesso è un'operazione semplice che con qualche accorgimento sarà più un divertimento che un lavoro. Usare pareti di cartongesso è una maniera veloce e pulita per dividere una stanza grande in due più piccole oppure per distribuire in modo diverso un'intero appartamento, realizzare un armadio a muro in una camera da letto spaziosa o semplicemente riparare una vecchia parete piena di buchi.
Realizzare una parete in cartongesso ha un costo contenuto per il fatto che i prezzi di questo materiale non sono proibitivi e i lavori così realizzati durano nel tempo. Il cartongesso ha un ottimo potere termoisolante e acustico. Importante, le strutture in cartongesso non si prestano a ricevere chiodi, tasselli e altro materiale simile.

Materiali necessari :

 

Fase preliminare:


Per calcolare il numero dei pannelli necessari, basta dividere la superficie della parete, parliamo di metri  quadrati, per la superficie del singolo pannello e moltiplicarlo per 2 ( i due lati della struttura portante ) aumentiamo di 10% circa per l’inevitabile sfrido, calcolare anche il numero di guide e montanti che avremo bisogno. Per avere una idea delle guide  calcola i perimetri della parete e per i montanti più o meno uno ogni 60 cm. Decidere esattamente dove realizzare la parete in cartongesso valuta i pregi ed i difetti che potresti incontrare. Marcare nel pavimento i lati dove vuoi alzare la parete con l´aiuto del tracciante a corda con polvere di gesso colorata per evitare di commettere errori nel fissaggio della struttura ( marca sempre i due lati della guida che metterai ). Inizia dal pavimento, prosegui segnando il soffitto, riportando le righe a terra con un piombo, traccia le linee laterali e controlla la loro perfetta perpendicolarità con il pavimento e il soffitto.

sabato 8 giugno 2013

Pavimenti in legno. Manutenzione e cura.

Pavimenti in legno.


Il problema della cura e della manutenzione dei pavimenti di legno ( parquet ) è ossessione di quanti hanno scelto questa soluzione per la propria casa. L'utilizzo negli ambienti domestici e in esercizi commerciali ne ha determinato una crescita esponenziale e sempre più ricercata. La manutenzione e la cura del pavimento in legno e del parquet non sono operazioni complicate e particolarmente difficili.
Il mercato offre innumerevoli varietà di pavimenti in legno, per tutti i gusti e tutte le esigenze. Il prodotto finito e posto in opera ha un costo del tutto accettabile e, per tale motivo, si sceglie questa soluzione per gli ambienti domestici e commerciali. Le preoccupazioni maggiori quando si parla di parquet e di pavimento in legno, è la sua delicatezza e la difficile manutenzione. In realtà, sono due falsi problemi.  Le scelte da fare devono essere ponderate in base all'ambiente da pavimentare e al tipo di finitura desiderata. Esistono parquet dalle ottime doti di resistenza e durezza. Il progresso e la tecnologia sui materiali, sia dei sigillanti, degli isolanti che delle vernici di finitura, insieme al miglioramento dimensionale dei listelli e al progredire delle tecniche di montaggio, consenteno la realizzazione in tempi limitati di pavimenti in legno estremamente resistenti e longevi.

Operazioni di manutenzione.

Quando parliamo di cura del parquet si deve distinguere, la manutenzione ordinaria da quella straordinaria.
Ordinaria :  Se il pavimento è in ambienti soggetti ad un camminamento quotidiano ma intenso, è necessario passare regolarmente l’aspirapolvere o la scopa per evitare che detriti, sassolini e materiali in genere possano accumularsi e, con il calpestio possano causare graffi e solchi antiestetici sulla superficie.
Sempre a livello quotidiano, per la cura e la manutenzione del pavimento in legno, è molto importante il fattore lavaggio. Il legno a contatto con l’acqua tende a gonfiare e, per questa ragione si procede con panni o stracci molto ben strizzati Il panno viene normalmente imbevuto in una soluzione che prevede acqua e prodotti che variano a seconda del tipo di legno. Per tutti, comunque, è importante seguire le venature del legno. A volte per i parquet di legno chiaro si usa una soluzione di acqua e candeggina per evitare che si scurisca, in questo caso, tuttavia, il risciacquo deve essere molto accurato. Per i parquet con finitura a cera si deve procedere alla ceratura, almeno una volta al mese: usando prodotti appositi che vengono assorbiti dal legno, in modo da riformare uno strato protettivo superficiale. Sarebbe opportuno rimuovere la vecchia cera prima di procedere con la nuova ceratura. E' sufficiente procedere con uno straccio ben strizzato, ma imbevuto di solvente da risciacquare poi con cura. Mentre per i parquet verniciati il trattamento deve essere fatto con prodotti specifici a base di resine, che rinforzano e proteggono la pellicola di vernice, almeno con  cadenza trimestrale o più frequentemente a seconda dell' usura. Si tratta di semplici passaggi come per i lavaggi, ma da effettuarsi con acqua mista a prodotti specifici, sia per la manutenzione che per la lucidatura.

giovedì 6 giugno 2013

Imbiancare...fai da te. I pennelli.

I pennelli

E' uno strumento importante del pittore, sia per un professionista che per un “amatore”.
La scelta del pennello è fondamentale per il risultato finale del lavoro, ed in commercio ci sono svariate tipologie, vale la pena soffermarci un attimo sull’acquisto.
Un pennello è composto da tre elementi fondamentali: i peli, la ghiera ed il manico. Ha dimensioni  variabili, ed può essere costruito per lavori specifici. La qualità di un pennello si può valutare dalla qualità delle setole, cioè da come trattengono la vernice e dell’impugnatura, che è preferibile sia in legno.
Le setole possono essere naturali (di cinghiale o maiale), e solitamente garantiscono buone prestazioni, oppure artificiali (ad es. di nylon e poliestere). Le setole animali sono sconsigliate per le pitture a base d’acqua perchè tendono ad assorbire, diventando troppo morbide.
Uno dei pennelli più utilizzati per la tinteggiatura è la cosiddetta pennellessa: si utilizza per dipingere grosse superfici, come pareti, ed ha dimensioni variabili fino a 10cm.

Altra tipologia molto utilizzata è il plafoncino, più grande della pennellessa, raggiunge fino a 18cm, è caratteristico per la forma del manico, che consente di agganciarlo al secchio della pittura.
Esistono poi una notevole varietà di forme: pennelli piatti, a pioli cioè “a punta”, da utilizzare quando si richiedono operazioni di precisione,  rotondi , eccetera.
Altrettanto importante è la pulizia e la conservazione del pennello, affinchè questo possa essere riutilizzato in altre occasioni.

Imbiancare... fai date. Scelta delle pitture.

Cos’è una vernice? 

Le vernici sono dei composti di più sostanze, di tipo resinose o minerali, sciolte in dei solventi, che possono essere arricchite da pigmenti che le rendano anche coloranti. La vernice si chiama comunemente “pittura” quando contiene appunto dei pigmenti, mentre negli altri casi può assolvere a diverse funzioni, tra le quali quella di proteggere una parete da agenti esterni. Esistono infatti vernici antiruggine, vernici antimuffa, ecc.
Parlare di pittura significa considerare tutte possibilità che si presentano a chi vuole rimodernare la propria casa. La scelta di una o dell’altra vernice, oltre ad essere una questione di gusto o una necessità, deve essere fatta con maggiore consapevolezza.
In commercio esistono differenti tipologie di pitture. Quelle più diffuse sono le pitture a calce e le vernici a tempera.
Le prime sono costituite da una “base” di calce, sciolta poi nell’acqua con o senza gesso.
Le seconde, invece, sono tra le più economiche sul mercato ma non sono vernici lavabili (al contrario delle pitture a calce).
La pittura a calce  è composta da grassello di calce di altissima qualità ottenuto tramite una lunga maturazione naturale in vasche di stagionatura e pregiate cariche inorganiche ad elevata copertura.
Viene applicata su intonaci interni a base calce, gesso o calce e cemento in tutti i casi ove si voglia una pittura traspirante e risanante.
La vernice a tempera  è un composto di colore preparato mescolato a  pigmenti in polvere mediante un legante, formato da un’emulsione in fase acquosa.

martedì 4 giugno 2013

Imbiancare... fai da te. La tecnica per imbiancatura semplice.

Tecnica di pitturrazioni semplici:

Preparare la superficie da imbiancare. 
Prima di ogni operazione di imbiancatura, si deve prepararare accuratamente la superficie  da imbiancare.
Per procedere, spolverate bene i muri di casa con panni di cotone ed eventualmente sgrassateli passando una spugna bagnata. Quando le superfici sono dipinte a tempera ( è riconoscibile al tatto delle dita per il fenomeno di sfarinamento),  è consigliabile toglierla bagnando con acqua calda e asportarla con raschietto, ( raschiatura ) per evitare che la nuova pittura formi rigonfiamenti con possibili crepature.
Mentre una  superficie trattata con un’idropittura, è sufficiente lavarla con detersivo e acqua calda e poi risciacquarla con quella fredda.
E' consigliabile sempre procedere ad una buona stuccatura dei buchi o difformita delle superfici adoperando con la spatola, stucco o gesso in quantità sufficiente . Appena la stuccatura sarà essiccata, procedere con carta vetrata per regolarizzare le asperità lasciate dallo stucco.
Per questo tipo di operazione è buona tecnica mescolare allo stucco il colore che vorrete dare alla parete, questo per evitare presenze di aloni o ripassi di colore sulle stuccature.

Fasi di imbiancatura. 
Una buona regola è mescolare bene la tempera e/o idropittura. Il fusto della pittura va agitato e capovolto prima di aprirlo, in modo da mescolare bene il liquido contenuto.Una volta aperto il fusto, procedere ad una buona mescolazione aiutandosi con un bastoncino, finchè la pittura non sarà resa omogenea e intingendo il pennello, se ne vede cadere un filo continuo e sottile.

domenica 2 giugno 2013

Imbiancare ...fai da te ! Prima di cominciare.

Per imbiancare le pareti della propria casa non occorre chiamare ditte specializzate o essere esperti: basta seguire poche piccole regole e il risultato sarà di qualità;
In questa prima lezione tratteremo le fasi preliminari.

Quando fare i lavori ?.
E' una domanda che ci poniamo spesso.
La fine della primavera o la fine dell’estate è il periodo migliore per imbiancare la propria casa, quando il clima caldo, ma non umido, facilita l’asciugatura della pittura.
Nella necessità di dover tinteggiare casa nei mesi invernali,preoccupatevi di  riscaldate bene i locali nei giorni precedenti e ventilateli per consentire una buona asciugatura.

Le pitture.
Un dilemma che ci opprime tutte le volte che dobbiamo acquistarle.
Quelle solubili in acqua (tipo  tempera o idropittura), sono facili da applicare e sono disponibili anche in versione lavabile (non adatte negli ambienti soggetti ad alta umidità, quali il bagno e la cucina, dove occorrono pitture traspiranti , per evitare la formazione di macchie di condensa o muffa).
Da evitate vernici e solventi essendo molto inquinanti e tossiche.

Colori.
Ovviamente la scelta è del tutto personale a seconda dei gusti e dell'ambiente da imbiancare.
Per la scelta dei colori va tenuto presente che quelli chiari danno la sensazione di ambienti più luminosi e più grandi. Ovviamente i colori scuri danno un effetto opposto.

Le regole del bonus fiscale ristrutturazioni

Che cos'è ?
Uno sconto dall'Irpef pari al 50% delle spese sostenute per la ristrutturazione:
• importo max di spesa: € 96.000,
• importo max di detrazione: € 48.000 (cioè il 50% di 96.00).
L'importo dev'essere indicato nella dichiarazione dei redditi a partire dall'anno successivo ed è detraibile in:
• 10 anni per tutti i contribuenti con meno di 75 anni di età;
• 5 anni per i contribuenti con meno di 80 anni;
• 3 anni per i contribuenti con più di 80 anni.
Sui lavori e i materiali è inoltre prevista, di regola, l'aliquota Iva agevolata al 10%.
Beneficiari
Tutte le persone fisiche che:
• ristrutturano un immobile posseduto a qualsiasi titolo (cioè i proprietari ma anche chi è in affitto o in usufrutto) entro il 31 dicembre 2012;
• acquistano un immobile ristrutturato da imprese di costruzione o cooperative entro il 30 giugno 2013 (ma la ristrutturazione dev'essere conclusa sempre entro il 31 dicembre 2012).

Ecobonus sulle ristrutturazioni e risparmio energetico

E' stata approvata dal Consiglio dei ministri la proroga dei bonus fiscali per le ristrutturazioni e il risparmio energetico che e' salito dal 55 al 65%. Il provvedimento riguarda sia gli interventi di riqualificazione energetica dei privati, cioè delle singole abitazioni, che dei condomini e, come spiegato dal ministro dello Sviluppo, è stato prorogato di 6 mesi per i privati e di un anno per i condomini. L'ecobonus varrà dal prossimo 1° luglio (data di scadenza delle precedenti detrazioni) al 31 dicembre ma, se i lavori di ristrutturazione saranno "importanti" cioè riguarderanno "almeno il 25% della superficie dell'involucro", sarà prorogato fino al 31 dicembre 2014. "Per le spese documentate sostenute a partire dal 1 luglio 2013 fino al 31 dicembre 2013 o fino al 31 dicembre 2014 (per le ristrutturazioni importanti dell'intero edificio), - spiega il governo - spetterà la detrazione dell'imposta lorda per una quota pari al 65% degli importi rimasti a carico del contribuente, ripartita in 10 quote annuali di pari importo". A ciò si aggiunge il super-sconto per tutto il 2013 sulle ristrutturazioni, approvato dal governo nel testo del decreto. L'aumento della detrazione fiscale al 50% previsto dal decreto sviluppo del giugno 2012, che doveva scadere il 30 giugno prossimo verrà prorogato al 31 dicembre ed esteso anche agli arredi fissi. Ci saranno 6 mesi in più quindi per eseguire interventi edilizi di vario genere sulle abitazioni e ottenere il rimborso (rateizzato in 10 anni) della metà della spesa.
Il decreto Sviluppo
Oltre ad aumentare di 14 punti percentuali lo sconto fiscale (dal 36 al 50%), il decreto sviluppo aveva anche raddoppiato il tetto di spesa ammesso alla detrazione, da 48mila a 96mila euro, triplicando la detrazione massima consentita:
• prima era il 36% di 48.000, cioè 17.280 euro;
• ora è il 50% di 96.000, cioè 48.000 euro.
Allo scadere del periodo di "promozione", il 1° gennaio 2014 (salvo ulteriori proroghe), il bonus fiscale tornerà alla vecchia aliquota (36%) e al precedente tetto di spesa (48mila euro).

fonte: web