Continuano ad aumentare le cosiddette “unità collabenti”,
vale a dire immobili che a causa del loro notevole livello di degrado, sono ridotti in ruderi.
Forse la colpa è da imputare all' IMU , in Italia si è
verificato un aumento significativo di circa il 65% in più negli ultimi cinque
anni.
I dati forniti dall’Agenzia delle Entrate sullo stato del
patrimonio immobiliare italiano, ha segnalato l’impennata avuta dalle cosiddette
unità collabenti.
Nel 2015, il numero delle unità collabenti, edifici
inquadrati nella categoria catastale F2, è cresciuto del 3,9% rispetto al 2014,
ma il dato più significativo è quello che mette a confronto il periodo pre e
post IMU: rispetto al 2011, gli immobili ridotti alla condizione di ruderi sono
aumentati del 65%, essendo passati da 278.121 a 458.644 (+180.523).
Una parte di questi edifici collabenti vengono portati allo
stato di ruderi per decisione dei singoli proprietari, che, non potendo più far
fronte alle spese per il loro mantenimento e alla enorme tassazione
patrimoniale introdotta dal 2012, li
privano delle caratteristiche che li rendono tali. Per la restante parte, sono
di immobili che a queste condizioni di fatiscenza giungono da soli per mancanza
di risorse economiche dei proprietari.