lunedì 12 settembre 2016

Aumento delle unità collabenti: più ruderi rispetto al 2011.

Continuano ad aumentare le cosiddette “unità collabenti”, vale a dire immobili che a causa del loro notevole  livello di degrado, sono ridotti in ruderi.
Forse la colpa è da imputare all' IMU , in Italia si è verificato un aumento significativo di circa il 65% in più negli ultimi cinque anni.
I dati forniti dall’Agenzia delle Entrate sullo stato del patrimonio immobiliare italiano, ha segnalato l’impennata avuta dalle cosiddette  unità collabenti.
Nel 2015, il numero delle unità collabenti, edifici inquadrati nella categoria catastale F2, è cresciuto del 3,9% rispetto al 2014, ma il dato più significativo è quello che mette a confronto il periodo pre e post IMU: rispetto al 2011, gli immobili ridotti alla condizione di ruderi sono aumentati del 65%, essendo passati da 278.121 a 458.644 (+180.523).
Una parte di questi edifici collabenti vengono portati allo stato di ruderi per decisione dei singoli proprietari, che, non potendo più far fronte alle spese per il loro mantenimento e alla enorme tassazione patrimoniale introdotta dal 2012,  li privano delle caratteristiche che li rendono tali. Per la restante parte, sono di immobili che a queste condizioni di fatiscenza giungono da soli per mancanza di risorse economiche dei proprietari.
La categoria catastale F/2, unità collabenti identifica edifici diroccati o fatiscenti che non sono in grado di produrre reddito proprio in virtù delle loro caratteristiche. Sono immobili con un notevole livello di degrado (in questa categoria rientrano edifici interessati da pericolo di crollo, da cedimento statico, da danni da terremoto con crepe molto visibili…), inadatti a divenire abitabili con semplici lavori di manutenzione ordinaria o manutenzione straordinaria. Per renderli abitabili sarebbero infatti necessari interventi radicali inquadrabili come ristrutturazioni edilizie vere e proprie.
L’attribuzione della categoria F/2 – unità collabenti avviene secondo il Decreto del Ministero delle Finanze 2 gennaio 1998 n.28. All’articolo 3, comma 2 del Decreto è stabilito che le costruzioni con accentuato livello di degrado inidonee a utilizzazioni produttive di reddito possono formare oggetto di iscrizione in catasto senza attribuzione di rendita catastale. È tuttavia indispensabile descriverne i caratteri specifici e la destinazione d’uso. Per tali immobili sussiste, quindi, la possibilità (e non l’obbligo) di aggiornare gli atti catastali. Se, ad esempio, un immobile diviene inagibile a seguito di un terremoto, è possibile, in considerazione delle sue nuove caratteristiche, aggiornare gli atti catastali  iscrivendolo come unità collabente.
La procedura di aggiornamento dei dati catastali avviene mediante la trasmissione telematica con il programma DOCFA, allegando una serie di documenti atti a certificarne lo stato di unità collabente, per la redazione è opportuno rivolgersi ad un tecnico qualificato.

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