mercoledì 4 dicembre 2013

Imu,Service tax,Tares,Tarsi,Tuc e Iuc la grande confusione.

 
 Imu,Service tax,Tares,Tarsi,Tuc e Iuc la grande confusione.
 
 
Siamo arrivati a dicembre e c'è ancora molta confusione sul pagamento della seconda rata dell'imu 2013.
Anche se il governo ha dichiarato la cancellazione della seconda rata, dopo aver eliminato il pagamento della prima rata, l'imu rimane sempre l'imposta che fa discutere e non trova accordo fra gli stessi ministri economici del governo Letta.
La necessità di recuperare soldi con le imposte si sta manifestando nel caos generale dell'imu. Fermo restando che non si pagherà sulla prima casa e sui terreni agricoli cotivati, cioè apparteneti a cotivatori diretti regolarmente iscritti, sulle seconde case c'è il buio assoluto. Infatti i comuni ancora non hanno deliberato le aliquote da applicare e la scadenza del 9 dicembre si avvicina. Ma la partita sulla prima casa non è ancora chiusa, Infatti cè in piedi l'idea di far pagare ai cittadini una mini imu a gennaio 2014, risultante dalla differenza tra l'aliquota maggiorata e applicata dai comuni e quella stabilita del 4 per mille dal decreto IMU. Di tale differenza i cittadini dovrebbero pagare il 60%, mentre il restante 40% sarebbe coperto dallo stato. Il quale, deve reperire le risorse per coprire il 40% da dare ai comuni e come sarà possibile se non con nuove tassazioni? E allora la  service tax diventa Tuc e poi Iuc, imposta unica comunale. Ma stiamo già parlando del 2014. Come si può vedere sono soluzioni che servono a fare cassa ma che non trovano ancora un accordo definitivo e la confusione è totale. Vedremo nei prossimi giorni cosa succederà.

domenica 27 ottobre 2013

La visura catastale, cos'è e come si ottiene.

Visura Catastale
La visura catastale, cos'è e come si ottiene.
La visura catastale è un documento di pubblico accesso, dove sono riportati i dati identificativi di un fabbricato o di un terreno, accatastati presso l'Agenzia del Territorio ( o Catasto ), ora accorpata con l'Agenzia delle Entrate. E' possibile effettuare la visura in due diversi modi e cioè, il primo recandosi personalmente presso la sede dell'Agenzia del Territorio e mediante prenotazione numerica, ritirabile il giorno stesso al distributore elettronico posto negli uffici, presentarsi allo sportello, munito del
Modello richiesta visura catastale
modello di richiesta di visura catastale debitamente compilato,  ed effettuare la visura. Il secondo modo è collegarsi online sul sito internet dell' Agenzia delle Entrate.Nel primo modo ci sono da pagare i diritti per tributi erariali  di  €. 1,00 ma il documento è ufficiale, cioè si può allegare a qualsiasi operazione dove viene richiesto. Il secondo ha una diversa natura, si può effettuare la visura gratuita con stampa del documento ma non è valido come allegato. Esiste un sistema per ottenere i documenti ufficiali anche online ma è riservato ai professionisti del settore. Nella visura catastale un immobile viene identificato dal foglio, particella (o mappale) e subalterno del Comune di appartenenza, se si tratta di fabbricato e da foglio e particella (o mappale) se si tratta di un terreno. Nel documento di visura catastale è riportato il nome del proprietario, nudo proprietario o eventuale usufruttuario del bene immobile, anche se tale indicazione non ha valore di certificazione di reale proprietà (si dice che non è "probatorio"). E' riportata anche la rendita catastale dell'immobile e il reddito dominicale per i terreni, utile per il calcolo della imposta sul reddito e delle imposte locali come l'Imu e la Tares ( recente imposta emanata con la legge di stabilità 2013 ). Dati che sono richiesti anche per la stipula di contratti di affitto,
per la fornitura di energia elettrica e per la compilazione del modello ISEE. Inoltre, con l'entrata in vigore della "riforma del condominio" ogni condomino è tenuto a comunicare i dati catastali all'amministratore, che provvederà ad istituire una anagrafe condominiale. Qualora non si conoscono i dati catastali per effettuare la visura è possibile collegarsi  al sito "FiscoOggi" che previa registrazione, fornisce tutte le informazioni necessarie a ottenere la carta d'identità di un'abitazione, di un fabbricato o di un terreno, partendo dal codice fiscale dell'interessato. Questa operazione è possibile effettuarla anche allo sportello dell' Agenzia del Territorio, nei modi sopra descritti richiedendo una visura per soggetto.
In un prossimo post spiegherò come leggere una visura catastale. A presto.

domenica 22 settembre 2013

Come fare un rilievo della propria casa.

 
Appartamento con arredi
Come fare un rilievo della propria casa.


Capita spesso l'esigenza di rappresentare graficamente la propria casa o il proprio appartamento o parti di esse. Sia quando si devono effettuare lavori di manutenzione che per migliorare la disposizione degli arredi o quando si cambiano gli arredi per dare un nuovo look alla propria stanza o ad altri ambienti della casa. Per effettuare un rilievo dettagliato è necessario conoscere il metodo per eseguirlo ed essere in possesso di una adeguata strumentazione da utilizzare per le misurazioni. La procedura grafica da adottare inizialmente consiste nel realizzare uno "schizzo" della stanza o anche dell'appartamento, sul quale poi si riporterenno le misure rilevate. E' buona regola fare anche una documentazione fotografica dell'oggetto del rilievo, questa risulterà di aiuto al momento della realizzazione dei disegni. Se siete già in possesso di una piantina dell'appartamento, oppure dell'edificio da misurare, sarà opportuno averla come supporto. Piante catastali, vecchi rilievi, andranno benissimo ma vanno studiati con attenzione,prima del sopralluogo, per avere una visione completa,degli spazi e degli ambienti da misurare. E' buona regola procedere anche con una analisi visiva dei luoghi che vi permetterà di avere una situazione chiara di come affrontare le misurazioni degli spazi.

Schizzo
Lo schizzo.
Lo schizzo degli ambienti, può essere effettuato per grandi linee,disegnando ad esempio il perimetro dell'appartamento e poi quello delle singole stanze, le aperture, come porte e finestre presenti e gli altri elementi che sono ritenuti importanti al rilievo, le misure effettuate vanno poi indicate nello stesso schizzo. Sulla schizzo del disegno, quindi andranno segnati se presenti gradini e scale, eventuali cambi di quota, alcune indicazioni di massima sui materiali utilizzati ed eventualmente altre annotazioni che potrebbero risultare utili, nella successiva fase del disegno.

Strumenti di rilievo
Stumenti per il rilievo.
Gli strumenti scelti per il rilievo sono importanti per il raggiungimento del risultato prefissato, quelli che maggiormente vengono utilizzati sono: il distanziometro laser, il doppio metro di acciaio a nastro arrotolabile, il doppio metro in legno con stecche ripiegabili, la bindella, il filo a piombo per individuare le verticalità e la livella, ma fondamentale risulta anche il procedimento operativo da eseguire per effettuare il rilievo. La restituzione grafica dovrà essere effettuata in uno breve spazio di tempo dal momento del rilievo, in modo da non perdere la memoria visiva degli spazi misurati. Importante è anche il metodo scelto per rappresentare i dati acquisiti, sarà necessario utilizzare un ambiente CAD, ve ne sono tanti per diverse esigenze,oltre che di una buona conoscenza dell'uso del computer, ma è possibile lavorare anche a mano senza l'uso di apparecchiature sofisticate se comunque si è dotati di una buona capacità manuale grafica, utilizzando tutti gli strumenti del disegno necessari per il raggiungimento di un buon risultato finale.

giovedì 5 settembre 2013

Isolamento termico interno.

Isolamento termico interno.

Come migliorare il comfort della propria casa con l'isolamento termico? Quante volte ci siamo posti questa domanda? Credo molto spesso e guardandovi intorno, notando alcuni aspetti del vostro appartamento che avreste voluto ottimizzare e non lo avete fatto per molti motivi, primo fra tutti quello economico? Quante volte avete pensato che il vostro appartamento presenti inutili dispersioni termiche che finiscono per aggravare la voce dei costi di riscaldamento? Tante, ma avete preferito rimandare gli interventi di ristrutturazione. Tornare sull'argomento, é il momento giusto per farlo, cogliendo al volo le opportunità offerte dalle recenti normative in materia, di cui vi ho già parlato in altri post.
Vediamo invece come si può intervenire dall'interno dell'abitazione.

Isolamento dall'interno.
Per ottenere un miglioramento delle prestazioni termoacustiche del proprio appartamento, é possibile naturalmente anche creare un opportuno strato isolante sulle pareti.
E' necessario che il vantaggio conseguito in termini di isolamento, rispetti  i valori di trasmittanza termica imposti dalla normativa. Ricordo che il valore di trasmittanza termica è un parametro che indica il flusso di calore attraverso una superficie, più è basso maggiore è l'isolamento.
Esistono sul mercato prodotti in grado di rispondere ai requisiti sempre più stringenti in materia di prestazione energetica e alla domanda di interventi isolanti non invasivi.
Non mi accingo a descrivervi i passaggi completi per l'esecuzione dei lavori ma vi propongo questo semplice filmato, realizzato da una grande azienda che si occupa di isolamento, che vi farà conoscere la metodologia di installazione e i materiali necessari per l'intervento.

 http://www.rockwool.it/prodotti+e+soluzioni/fai+da+te/isolamento+dall%27interno

A presto.

domenica 4 agosto 2013

Zanzariere fai da te.

   Zanzariere fai da te.

Oggi trattiamo il montaggio dei kit di zanzariere acquistabili presso tutti i negozi di prodotti "fai da te" per eliminare il fastidioso problema delle zanzare.
Ecco quello che ci occorre:
Un kit zanzariera dove all' interno si trovano due clips, dei tasselli, dei tappi, le maniglie, i piedini, la molla, un cordino, le due guide laterali, e la cassa. Sono necessari poi i seguenti attrezzi: una sega da ferro, un cacciavite piatto, un martello di gomma, una punta da trapano da ferro, un avvitatore, un metro e per il fissaggio a un muro un trapano a percussione.
Fasi per montaggio:
  • Prendere la misura luce della finestra e tagliare la cassa della zanzariera, con la sega da ferro, alla misura della finestra;
    Taglio cassa
  • Assemblare la molla inserendola nella sede obbligatoria della cassa, chiudendola con le apposite viti e l’avvitatore;
  • Con l’aiuto del metro segnare la mezzeria della guida della cassa dove verrà fissato il cordino con l’aiuto di un cacciavite piatto. Inserire poi nella stessa guida le maniglie ai lati, a 15 cm dal bordo. Inserire poi i tappi laterali con l’aiuto del martello di gomma. La cassa è pronta.
    Fissaggio molla
  • Con il metro dividere la misura luce della finestra in tre parti in lunghezza e nella profondità. Nella profondità del muro nei due punti segnati alle estremità vengono fissate le clips, sulle quali si può applicare poi la cassa.
  • Procedere con le guide laterali: tagliarle con la sega da ferro dopo aver preso le misure luce della finestra scorporando 5 cm, ovvero la misura della cassa. Vanno forate poi per il fissaggio a parete. Inserire poi i piedi di regolazione su ogni guida.
  • Inserire i tasselli nel muro, e in seguito inserire la guida laterale nella sede della cassa e completare col fissaggio con le viti nei tasselli. Procedere con le stesse operazioni per la seconda guida laterale.
Niente più zanzare, a presto.

giovedì 18 luglio 2013

Proteggersi dai furti.

 Proteggersi dai furti.

Oggi affrontiamo un problema molto diffuso e in forte aumento. I furti in casa. Oltre a dotare la propria casa o il proprio appartamento di un buon sistema antifurto, è importante proteggere anche porte e finestre con delle buone inferriate. Spesso pensiamo che questa operazione richieda l'intervento di un architetto per disegnare l'inferriata, del fabbro per costruirla e del muratore per montarla e tutto ciò ci fa desistere dall'iniziare. Ma forse non tutti sanno che in commercio esistono già inferriate pronte all'uso e chi vuole risparmiare e mettersi in sicurezza con un pò di fai da te ottiene il risultato voluto.
Molti negozi di prodotti per la casa e del fai da te che fanno parte della grande distribuzione, vendono dei kit già completi, senza che ci si debba arrampicare in calcoli proibitivi o operazioni di difficile riuscita. Basta avere le misure del vuoto del vano finestra o porta-finestra o portoncino e la soluzione diventa semplice.
Per il montaggio basta dotarsi di un trapano e di buoni tasselli, posizionare l'inferriata e stringere la vite di fissaggio che viene automaticamente recisa al momento della fine dell'assemblaggio. Inoltre le inferriate fai da te con il sistema in dotazione vite-morsetto sono assolutamente inattaccabili e offrono maggiori garanzie di sicurezza rispetto alla tradizionale saldatura.

domenica 14 luglio 2013

Certificazione energetica edifici. L' Ace diventa Ape.

Attestato di prestazione energetica (APE ).

Parleremo in modo più approfondito dell' ACE ( attestato certificazione energetica ) degli edifici in altri post e spiegheremo il suo funzionamento, visto l'obbligatorietà espressa dalla normativa.
Voglio invece parlare della sua evoluzione e del suo cambiamento. Difatti il decreto sulla efficenza energetica in edilizia, oltre a modificare le aliquote di detrazione fiscale per le ristrutturazione edilizie e gli interventi di riqualificazione energetica, il cosidetto dl ecobonus,  ha cambiato anche il nome dell' attestato di certificazione energetica ( ACE ) in attestato di prestazione energetica ( APE ). Ma le novità non finiscono semplicemente con un cambio di nome. Infatti, l’articolo 6 del d.lgs. 192/2005 verrà completamente sostituito da quello previsto nel testo dello schema di decreto legge sull’efficienza energetica nella sua versione uscita dal Consiglio dei Ministri (consulta lo Speciale Detrazione 65% Ecobonus ).
L’attestato di prestazione energetica viene rilasciato per gli edifici e gli appartamenti costruiti, venduti o locati. In caso di nuova costruzione, l’APE viene rilasciata dal costruttore, mentre per gli immobili esistenti l’attestato deve essere prodotto a cura del proprietario.

L'attestato di prestazione energetica ( APE ) diventa comulativo.
L’APE è cumulativo, nel senso che può riferirsi a più unità immobiliari, purché facciano parte dello stesso edificio e solo se le unità immobiliari abbiano la medesima destinazione d’uso, siano servite dal medesimo impianto termico per il riscaldamento e, se presente, dal medesimo sistema di raffrescamento estivo.

mercoledì 10 luglio 2013

IMU: una tassa odiata.






E' notizia di questi giorni che l' IMU, conosciuta come la tassa sulla casa, sarà oggetto di una rimodulazione. Il governo italiano ha allo studio 5 ipotesi possibili per modificare l'imu.


  1. Cancellarla temporaneamente per poi inserirla l'anno prossimo, 2014, nella nuova tassa TARES;
  2. aumentare la franchigia che da diritto all'esenzione,portandola dai 200 euri attuali a 600 euri;
  3. prevedere esenzioni in funzione del valore catastale dell'immobile, ma questo comporterebbe una riforma del catasto non attuabile in tempi brevi;
  4. esentare dal pagamento in base ai valori di mercato, censiti dall'agenzia del territorio;
  5. esentare dal pagamento in base al numero dei vani e dei metri quadrati dell'abitazione in relazione alle persone che compongono il nucleo familare.



Comunque la si voglia pensare, questa tassa produce circa 4 miliardi alle casse dello stato, e da qualche parte questi soldi si dovranno trovare, sicuramente con nuove tasse e allora la domanda da porsi è: a cosa serve tutto questo clamore? 

sabato 6 luglio 2013

Sostituire la cappa della cucina.

Sostituzione della cappa di cucina. 



 In questo post parleremo di come sostituire la cappa della nostra cucina.
Tratteremo di cucine composte con cappa incorporata sottopensile.
La prima cosa da fare è controllare il tipo di cappa e le dimensioni. Poi nei negozi specializzati acquistare una cappa identica per tipo e misura, anche se diversa di marca. Se vogliamo apportare miglioramenti, accertarsi di quante ventole è la cappa da sostituire, se è ad una ventola potete acquistarne una a due ventole, per migliorare l'aspirazione e l'assorbimento degli odori di cucina.
Per sostituire la cappa, togliete il filtro, svitate le quattro viti di fissaggio al mobile e staccate la parte elettrica, prima di esservi assicurati che non vi sia corrente.
Inserite la nuova cappa e ripristinate i collegamenti elettrici e fissatela negli stessi punti della precedente. Provatene il funzionamento e se tutto va bene chiudete con il filtro. Semplice non vi pare.

mercoledì 3 luglio 2013

Ecobonus elettrodomestici.


Buone notizie dagli ecobonus.




Arriva a sorpresa la buona notizia dell'ecobonus sui grandi elettrodomestici. Il governo e per suo tramite il sottosegretario allo Sviluppo Simona Vicari, ha annunciato che per i grandi elettrodomestici l'estensione della detrazione al 65 per cento è stata estesa anche per le caldaie e gli impianti a pompe di calore, escluse espressamente nel testo iniziale del decreto. Il Senato ha approvato l'emendamento all'articolo 16 del dl ecobonus che estende ai "grandi elettrodomestici" - come frigorifero, lavatrice e lavastoviglie - lo sgravio Irpef del 50% delle spese, entro un limite di 10mila euro, possibile per l'acquisto di mobili legato alla ristrutturazione. Il bonus sarà spalmato in dieci quote annuali.

  L'agevolazione, che vale solo per chi effettua anche lavori, vale quindi per 10.000 euro di spesa che si aggiungono ai 96.000 euro del tetto già previsto per gli incentivi. Il governo ha eliminato la dicitura che rendeva esplicito l'intervento per gli elettrodomestici "a libera istallazione" ma lo sconto non è limitato ai soli elettrodomestici da incasso, bensì ai "grandi elettrodomestici". Questi, inoltre, dovranno però avere almeno un consumo energetico di classe A+ (A per i forni). Per quanto riguarda caldaie e pompe di calore, con un emendamento presentato dal governo al decreto efficienza energetica ed utilizzando dei fondi presso il Ministero dello Sviluppo Economico "è stato possibile trovare risorse che consentiranno di sostenere un comparto importante, contribuendo in questo modo a dare un sostegno deciso al made in Italy".

martedì 2 luglio 2013

Realizzare una veranda.

Realizzare una veranda.

Nel balcone di un appartamento si può ricavare una veranda che consiste in una chiusura vetrata, per  permettere un maggiore utilizzo dello spazio ma, per poterla realizzare si devono seguire regole precise e normative specifiche.
E'  necessario presentare in comune una Cominicazione di inizio attività, denominata S.C.I.A, o in alcuni casi un Permesso di Costruire , da parte di un tecnico abilitato, e ottenere il permesso per la sua realizzazione.
Per le  metodologie di progettazione e le normative riguardanti la superficie copribile, va fatto riferimento al regolamento edilizio del Comune in cui si trova l’immobile.
Non va dimenticato che va richiesto il permesso al condominio: si dovrà ottenere l’approvazione dei lavori all’unanimità, da presentare in Comune insieme agli altri documenti necessari. Generalmente le verande non sono permesse sul  prospetto principale d' ingresso dell'edificio e sono limitate come estensione, in alcuni comuni sono chiudibili solo quei balconi che risultano perimetrati da muri almeno su tre lati.
Inoltre, le regole di realizzazione sono molto precise e quasi sempre viene richiesto che i serramenti siano trasparenti e completamente apribili. Una veranda non è da intendersi come opera precaria, in quanto è destinata a durare nel tempo, configurandosi come nuovo locale autonomamente utilizzabile e destinato ad ampliare l’appartamento.

lunedì 1 luglio 2013

Un ringraziamento ai visitatori.

Ringrazio tutti i visitatori del blog che in questi primi 28 gg. di nascita del blog mi hanno dato fiducia nel continuare a mantenerlo attivo. Come saprete non è semplice gestire un blog, ci sono molte problematiche che personalmente neanche io conosco. Per migliorare un blog e renderlo utile a tutti sono necessari dei sostegni economici, per aiutarmi ho inserito dei banner pubblicitari, è sufficiente che ogni visitatore effettui un clik sulla pubblicità per consentirmi di tenerlo in vita. Non è un impegno, ma non costa niente a chi lo fà, in compenso può trovare gratis soluzioni ai problemi quotidiani sulla casa. Grazie a Tutti. AP
Qualche dato al 30 giugno 2013: ( fonte Google )
- circa 700 visite;
- media pagine / giorno 30-40;
- Visualizzazione pagine:
  •  441 Italia;
  •  51 U.S.A.
  • 9 Germania;
  •  22 Federazione Russia;
  •  15 Paesi Bassi ;
  •  7 Svizzera;
  •  1 ungheria;
  •  11 Ucraina;
  •  2 India;
  •  1 Canada;
  •  1 Francia.
Traffico dei maggiori Browser: 
  • Firefox 64%;
  • Chrome 17%;
  • Internet Explorer 13%;
  • Opera  1%;
  • Safari   2%;
  • UniversalFeddParser 1%;
  • Iron <1%.
Vorrei far crescere questo blog, ma ho bisogno del vostro sostegno, grazie.

giovedì 27 giugno 2013

Cos' è la Comunicazione Inizio Lavori ( C.I.L.)?


Comunicazione Inizio Lavori (CIL).


La Comunicazione inizio lavori (CIL), è stata  introdotta nel 2010 dalla Legge 73/10, essa permette di semplificare l'iter di alcuni interventi edilizi, tra cui la manutenzione straordinaria.
Finalmente dopo tante leggi e norme emanate in materia edilizia, è arrivato uno strumento che dà la possibilità alle amministrazioni di velocizzare i tempi per realizzare alcuni interventi edilizi.
L’art. 6 del Testo Unico dell’Edilizia si occupa di attività edilizia libera ed è stato completamente riscritto dalla Legge 73 nel 2010.
Le modifiche principali introdotte da questa legge sono state:
- includere la manutenzione straordinaria all’interno dell’attività edilizia libera;
- introdurre uno strumento semplificato chiamato comunicazione inizio lavori.
Fino al 2010 lo strumento più utilizzato per la maggior parte degli interventi edilizi era la DIA (denuncia di inizio attività) che si caratterizzava per il silenzio-assenso di 30 giorni dopo il quale era possibile cominciare i lavori. Oggi, dopo le modifiche apportate dalla Legge 73/2010 e dal Decreto Legge 70/2011, la DIA è sostituita (salvo alcune eccezioni) dalla CIL (Comunicazione Inizio Lavori) e dalla SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività ).

Attività edilizia libera.


Prima di iniziare qualsiasi intervento edilizio, è importante capire in quale categoria esso rientra.
E' necessario pertanto conoscere l’Art. 3 del Testo Unico, intitolato appunto definizioni degli interventi edilizi.
Gli interventi sono 6:
  1. - manutenzione ordinaria,
  2. - manutenzione straordinaria,
  3. - restauro e risanamento conservativo,
  4. - ristrutturazione edilizia,
  5. - nuova costruzione,
  6. - ristrutturazione urbanistica.
 Rientrano nell'attività edilizia libera la manutenzione ordinaria (comma 1 Art. 6 T.U.) e la manutenzione straordinaria (comma 2 Art. 6 T.U.).
La manutenzione straordinaria  rientra solo se gli interventi non modificano parti strutturali dell'edificio, non comportano l’aumento delle unità immobiliari o la modifica dei parametri urbanistici.
Il classico intervento di ristrutturazione di una casa, con lo spostamento di alcuni tramezzi interni, rientra di solito in manutenzione straordinaria.
L’attività edilizia libera, oltre alle due manutenzioni comprende altri lavori come:
- l’eliminazione di barriere architettoniche,
- opere temporanee per attività di ricerca nel sottosuolo,
- opere di pavimentazione e di finitura di spazi esterni,
- pannelli solari e fotovoltaici a servizio degli edifici,
- etc., ect.
Considerata la complessità della classificazione, prima di iniziare qualsiasi intervento è opportuno valutare con il proprio tecnico di fiducia quale strumento normativo utilizzare regolarmente.

lunedì 24 giugno 2013

Conoscere la S.C.I.A.


Segnalazione certificata di inizio di attività ( S.C.I.A. )


La Legge 122/2010 ha modificato l’Art 19 della Legge 241/1990 ( Nuove norme sul procedimento amministrativo) e ha sostituito la Denuncia Inizio Attività (DIA) con la Segnalazione Certificata Inizio Attività (SCIA).
Lo scopo era di semplificare l’apertura delle attività in qualsiasi settore, non solo quello edilizio, ma a distanza di tre anni ci sono ancora diverse interpretazioni e molti dubbi in materia. La DIA era usata in edilizia per numerosi tipi di interventi tra cui la ristrutturazione di appartamenti, la demolizione e ricostruzione di edifici, il risanamento ed il consolidamento edilizio. Oggi alcuni di questi interventi possono essere effettuati con la CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata) ed altri con SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività). Prima di presentare all'ufficio tecnico la Segnalazione, il richiedente, supportato dal proprio tecnico, deve verificare la realizzabilità dell’intervento e acquisire i documenti necessari per la realizzazione dei lavori. Al momento della richiesta al Comune, il cittadino ed il tecnico, dovranno autocertificare la sussistenza di tutti i presupposti richiesti dalla Legge. In linea generale si utilizza la SCIA per quegli interventi che prima necessitavano di DIA salvo la manutenzione straordinaria senza interventi strutturali per cui ora si utilizza la CILA.

S.C.I.A : interventi edilizi.

E’ possibile utilizzare la SCIA per:
- Restauro e risanamento conservativo.
- Ristrutturazione edilizia leggera cioè senza modifiche del volume, della sagoma, dei prospetti o delle superfici e senza mutamento della destinazione d'uso.
- Manutenzione straordinaria con interventi strutturali, con aumento delle unità immobiliari e con incremento dei parametri urbanistici (nel caso in cui la manutenzione straordinaria non comprenda queste eccezioni si ricade in attività edilizia libera e va utlizzata la CILA).
Ad esempio, si ricade in MS con interventi strutturali in caso di ristrutturazione interna di una casa con la demolizione di una parte del solaio o la modifica di una scala strutturale.
Ma la SCIA può essere utilizzata anche per numerosi altri interventi che dipendono da specifiche norme locali: realizzazione di parcheggi a raso e parcheggi pertinenziali, frazionamento di immobili, nuovi volumi per impianti tecnologici, arredo urbano, interventi di consolidamento statico di edifici storici, etc.

mercoledì 19 giugno 2013

Parliamo di D.I.A.

La denuncia D.I.A.
 
Modello D.I.A
La denuncia di inizio attività, meglio conosciuta come D.I.A., è un atto amministrativo mediante il quale veniva  comunicato all'amministrazione comunale, la intenzione di eseguire lavori edilizi di piccola entità. E' stata utilizzata fino al 2010 per comunicare ogni genere di lavori da eseguire agli interni delle abitazioni. Oggi viene utilizzata  solo per comunicare varianti in corso d'opera, in quanto questo tipo di atto è stato sostituito dalla S.C.I.A, segnalazione certificata di inizio d'attività. Questo tipo di denuncia di inizio attività (D.I.A.) è stato uno strumento molto versatile, che ha dato, alla pubblica amministrazione italiana (in particolare, agli uffici tecnici dei Comuni) la possibilità di agevolare e snellire il procedimento relativo a pratiche edilizie, di minor peso urbanistico, sull'attività edilizia che si svolgeva sul proprio territorio.
Schema di lavori da realizzare
Con una D.I.A., infatti, si poteva ristrutturare il proprio appartamento, effettuare opere di manutenzione ordinaria o straordinaria sul proprio immobile e persino costruire nuovi edifici, qualora fosse presente un piano particolareggiato, ovvero in caso di demolizione e ricostruzione fedele.
La D.I.A. tuttavia non deve confondersi con un'autorizzazione. Di fatto, essa è un'autodichiarazione del committente dei lavori accompagnata da una relazione asseverata da un tecnico (oltre i vari documenti da allegare), pertanto, risulta essere più responsabilizzante per il privato e per il tecnico, piuttosto che per la pubblica amministrazione che, nel caso di D.I.A., svolge un mero controllo dei requisiti.
La denuncia si presenta allo sportello unico per l'edilizia del Comune, a firma di un tecnico abilitato alla progettazione ( ingegnere, architetto geometra o perito) e deve contenere un progetto grafico
Progetto
rappresentante lo stato di fatto e la situazione futura, una relazione tecnica in cui si descrivono nel dettaglio le opere da compiersi e i riferimenti normativi, nazionali e locali, che interessano il provvedimento e la certificazione del fatto che il "progettista si assume la responsabilità" che le opere siano in conformità degli strumenti urbanistici vigenti al tempo dei lavori.
La responsabilità della correttezza delle operazioni ricade sul tecnico abilitato, che, in tal senso, si sostituisce all'Amministrazione stessa e ne fa rispettare le leggi che la regolano. Pertanto la parcella professionale richiesta dal tecnico è adeguata alle responsabilità che si assume.

giovedì 13 giugno 2013

Costruire un divisorio. Parete in cartongesso.

Capita spesso di imbattersi nel dramma di realizzare un divisorio nella propia casa o appartamento già arredato e allora arrivano i dubbi sulla scelta del tipo di divisorio da costruire. Una parete in mattoni forati richiede un lavoro più impegnativo e poi arreca sporco dappertutto, bisogna poi intonacarla su entrambi i lati, non è forse la scelta migliore, magari se la casa è da abitare allora può andare bene. Ma in questi casi come si può ovviare? Semplice, si costruisce un divisorio in cartongesso, più rapido e molto più pulito da realizzare, senza sporcare e senza provocare polvere in tutta la casa. Ma vediamo come si fa a costruire da soli una parete in cartongesso. Prima di tutto va considerato che questo sistema permette di realizzare divisori che possono successivamente essere smonati senza grossi problemi e soprattutto senza polvere e danni per pavimenti e arredi. Una parete in cartongesso è composta da una struttura in profili metallici zincati e da lastre in cartongesso che vengono applicate su ambo i lati della struttura.

 Struttura Metallica:

Vediamo come è fatta una struttura per parete in cartongesso. Come è possibile vedere dal disegno a lato, essa è composta da un profilo a u di larghezza maggiore degli altri profili, utilizzato come guida sul pavimento e a soffitto. All'interno di detta guida vengono inseriti altri profili in acciao zincato che costituiscono i montanti dove poi si fisseranno i pannelli di cartongesso. Realizzare una parete in cartongesso è un'operazione semplice che con qualche accorgimento sarà più un divertimento che un lavoro. Usare pareti di cartongesso è una maniera veloce e pulita per dividere una stanza grande in due più piccole oppure per distribuire in modo diverso un'intero appartamento, realizzare un armadio a muro in una camera da letto spaziosa o semplicemente riparare una vecchia parete piena di buchi.
Realizzare una parete in cartongesso ha un costo contenuto per il fatto che i prezzi di questo materiale non sono proibitivi e i lavori così realizzati durano nel tempo. Il cartongesso ha un ottimo potere termoisolante e acustico. Importante, le strutture in cartongesso non si prestano a ricevere chiodi, tasselli e altro materiale simile.

Materiali necessari :

 

Fase preliminare:


Per calcolare il numero dei pannelli necessari, basta dividere la superficie della parete, parliamo di metri  quadrati, per la superficie del singolo pannello e moltiplicarlo per 2 ( i due lati della struttura portante ) aumentiamo di 10% circa per l’inevitabile sfrido, calcolare anche il numero di guide e montanti che avremo bisogno. Per avere una idea delle guide  calcola i perimetri della parete e per i montanti più o meno uno ogni 60 cm. Decidere esattamente dove realizzare la parete in cartongesso valuta i pregi ed i difetti che potresti incontrare. Marcare nel pavimento i lati dove vuoi alzare la parete con l´aiuto del tracciante a corda con polvere di gesso colorata per evitare di commettere errori nel fissaggio della struttura ( marca sempre i due lati della guida che metterai ). Inizia dal pavimento, prosegui segnando il soffitto, riportando le righe a terra con un piombo, traccia le linee laterali e controlla la loro perfetta perpendicolarità con il pavimento e il soffitto.

sabato 8 giugno 2013

Pavimenti in legno. Manutenzione e cura.

Pavimenti in legno.


Il problema della cura e della manutenzione dei pavimenti di legno ( parquet ) è ossessione di quanti hanno scelto questa soluzione per la propria casa. L'utilizzo negli ambienti domestici e in esercizi commerciali ne ha determinato una crescita esponenziale e sempre più ricercata. La manutenzione e la cura del pavimento in legno e del parquet non sono operazioni complicate e particolarmente difficili.
Il mercato offre innumerevoli varietà di pavimenti in legno, per tutti i gusti e tutte le esigenze. Il prodotto finito e posto in opera ha un costo del tutto accettabile e, per tale motivo, si sceglie questa soluzione per gli ambienti domestici e commerciali. Le preoccupazioni maggiori quando si parla di parquet e di pavimento in legno, è la sua delicatezza e la difficile manutenzione. In realtà, sono due falsi problemi.  Le scelte da fare devono essere ponderate in base all'ambiente da pavimentare e al tipo di finitura desiderata. Esistono parquet dalle ottime doti di resistenza e durezza. Il progresso e la tecnologia sui materiali, sia dei sigillanti, degli isolanti che delle vernici di finitura, insieme al miglioramento dimensionale dei listelli e al progredire delle tecniche di montaggio, consenteno la realizzazione in tempi limitati di pavimenti in legno estremamente resistenti e longevi.

Operazioni di manutenzione.

Quando parliamo di cura del parquet si deve distinguere, la manutenzione ordinaria da quella straordinaria.
Ordinaria :  Se il pavimento è in ambienti soggetti ad un camminamento quotidiano ma intenso, è necessario passare regolarmente l’aspirapolvere o la scopa per evitare che detriti, sassolini e materiali in genere possano accumularsi e, con il calpestio possano causare graffi e solchi antiestetici sulla superficie.
Sempre a livello quotidiano, per la cura e la manutenzione del pavimento in legno, è molto importante il fattore lavaggio. Il legno a contatto con l’acqua tende a gonfiare e, per questa ragione si procede con panni o stracci molto ben strizzati Il panno viene normalmente imbevuto in una soluzione che prevede acqua e prodotti che variano a seconda del tipo di legno. Per tutti, comunque, è importante seguire le venature del legno. A volte per i parquet di legno chiaro si usa una soluzione di acqua e candeggina per evitare che si scurisca, in questo caso, tuttavia, il risciacquo deve essere molto accurato. Per i parquet con finitura a cera si deve procedere alla ceratura, almeno una volta al mese: usando prodotti appositi che vengono assorbiti dal legno, in modo da riformare uno strato protettivo superficiale. Sarebbe opportuno rimuovere la vecchia cera prima di procedere con la nuova ceratura. E' sufficiente procedere con uno straccio ben strizzato, ma imbevuto di solvente da risciacquare poi con cura. Mentre per i parquet verniciati il trattamento deve essere fatto con prodotti specifici a base di resine, che rinforzano e proteggono la pellicola di vernice, almeno con  cadenza trimestrale o più frequentemente a seconda dell' usura. Si tratta di semplici passaggi come per i lavaggi, ma da effettuarsi con acqua mista a prodotti specifici, sia per la manutenzione che per la lucidatura.

giovedì 6 giugno 2013

Imbiancare...fai da te. I pennelli.

I pennelli

E' uno strumento importante del pittore, sia per un professionista che per un “amatore”.
La scelta del pennello è fondamentale per il risultato finale del lavoro, ed in commercio ci sono svariate tipologie, vale la pena soffermarci un attimo sull’acquisto.
Un pennello è composto da tre elementi fondamentali: i peli, la ghiera ed il manico. Ha dimensioni  variabili, ed può essere costruito per lavori specifici. La qualità di un pennello si può valutare dalla qualità delle setole, cioè da come trattengono la vernice e dell’impugnatura, che è preferibile sia in legno.
Le setole possono essere naturali (di cinghiale o maiale), e solitamente garantiscono buone prestazioni, oppure artificiali (ad es. di nylon e poliestere). Le setole animali sono sconsigliate per le pitture a base d’acqua perchè tendono ad assorbire, diventando troppo morbide.
Uno dei pennelli più utilizzati per la tinteggiatura è la cosiddetta pennellessa: si utilizza per dipingere grosse superfici, come pareti, ed ha dimensioni variabili fino a 10cm.

Altra tipologia molto utilizzata è il plafoncino, più grande della pennellessa, raggiunge fino a 18cm, è caratteristico per la forma del manico, che consente di agganciarlo al secchio della pittura.
Esistono poi una notevole varietà di forme: pennelli piatti, a pioli cioè “a punta”, da utilizzare quando si richiedono operazioni di precisione,  rotondi , eccetera.
Altrettanto importante è la pulizia e la conservazione del pennello, affinchè questo possa essere riutilizzato in altre occasioni.

Imbiancare... fai date. Scelta delle pitture.

Cos’è una vernice? 

Le vernici sono dei composti di più sostanze, di tipo resinose o minerali, sciolte in dei solventi, che possono essere arricchite da pigmenti che le rendano anche coloranti. La vernice si chiama comunemente “pittura” quando contiene appunto dei pigmenti, mentre negli altri casi può assolvere a diverse funzioni, tra le quali quella di proteggere una parete da agenti esterni. Esistono infatti vernici antiruggine, vernici antimuffa, ecc.
Parlare di pittura significa considerare tutte possibilità che si presentano a chi vuole rimodernare la propria casa. La scelta di una o dell’altra vernice, oltre ad essere una questione di gusto o una necessità, deve essere fatta con maggiore consapevolezza.
In commercio esistono differenti tipologie di pitture. Quelle più diffuse sono le pitture a calce e le vernici a tempera.
Le prime sono costituite da una “base” di calce, sciolta poi nell’acqua con o senza gesso.
Le seconde, invece, sono tra le più economiche sul mercato ma non sono vernici lavabili (al contrario delle pitture a calce).
La pittura a calce  è composta da grassello di calce di altissima qualità ottenuto tramite una lunga maturazione naturale in vasche di stagionatura e pregiate cariche inorganiche ad elevata copertura.
Viene applicata su intonaci interni a base calce, gesso o calce e cemento in tutti i casi ove si voglia una pittura traspirante e risanante.
La vernice a tempera  è un composto di colore preparato mescolato a  pigmenti in polvere mediante un legante, formato da un’emulsione in fase acquosa.

martedì 4 giugno 2013

Imbiancare... fai da te. La tecnica per imbiancatura semplice.

Tecnica di pitturrazioni semplici:

Preparare la superficie da imbiancare. 
Prima di ogni operazione di imbiancatura, si deve prepararare accuratamente la superficie  da imbiancare.
Per procedere, spolverate bene i muri di casa con panni di cotone ed eventualmente sgrassateli passando una spugna bagnata. Quando le superfici sono dipinte a tempera ( è riconoscibile al tatto delle dita per il fenomeno di sfarinamento),  è consigliabile toglierla bagnando con acqua calda e asportarla con raschietto, ( raschiatura ) per evitare che la nuova pittura formi rigonfiamenti con possibili crepature.
Mentre una  superficie trattata con un’idropittura, è sufficiente lavarla con detersivo e acqua calda e poi risciacquarla con quella fredda.
E' consigliabile sempre procedere ad una buona stuccatura dei buchi o difformita delle superfici adoperando con la spatola, stucco o gesso in quantità sufficiente . Appena la stuccatura sarà essiccata, procedere con carta vetrata per regolarizzare le asperità lasciate dallo stucco.
Per questo tipo di operazione è buona tecnica mescolare allo stucco il colore che vorrete dare alla parete, questo per evitare presenze di aloni o ripassi di colore sulle stuccature.

Fasi di imbiancatura. 
Una buona regola è mescolare bene la tempera e/o idropittura. Il fusto della pittura va agitato e capovolto prima di aprirlo, in modo da mescolare bene il liquido contenuto.Una volta aperto il fusto, procedere ad una buona mescolazione aiutandosi con un bastoncino, finchè la pittura non sarà resa omogenea e intingendo il pennello, se ne vede cadere un filo continuo e sottile.

domenica 2 giugno 2013

Imbiancare ...fai da te ! Prima di cominciare.

Per imbiancare le pareti della propria casa non occorre chiamare ditte specializzate o essere esperti: basta seguire poche piccole regole e il risultato sarà di qualità;
In questa prima lezione tratteremo le fasi preliminari.

Quando fare i lavori ?.
E' una domanda che ci poniamo spesso.
La fine della primavera o la fine dell’estate è il periodo migliore per imbiancare la propria casa, quando il clima caldo, ma non umido, facilita l’asciugatura della pittura.
Nella necessità di dover tinteggiare casa nei mesi invernali,preoccupatevi di  riscaldate bene i locali nei giorni precedenti e ventilateli per consentire una buona asciugatura.

Le pitture.
Un dilemma che ci opprime tutte le volte che dobbiamo acquistarle.
Quelle solubili in acqua (tipo  tempera o idropittura), sono facili da applicare e sono disponibili anche in versione lavabile (non adatte negli ambienti soggetti ad alta umidità, quali il bagno e la cucina, dove occorrono pitture traspiranti , per evitare la formazione di macchie di condensa o muffa).
Da evitate vernici e solventi essendo molto inquinanti e tossiche.

Colori.
Ovviamente la scelta è del tutto personale a seconda dei gusti e dell'ambiente da imbiancare.
Per la scelta dei colori va tenuto presente che quelli chiari danno la sensazione di ambienti più luminosi e più grandi. Ovviamente i colori scuri danno un effetto opposto.

Le regole del bonus fiscale ristrutturazioni

Che cos'è ?
Uno sconto dall'Irpef pari al 50% delle spese sostenute per la ristrutturazione:
• importo max di spesa: € 96.000,
• importo max di detrazione: € 48.000 (cioè il 50% di 96.00).
L'importo dev'essere indicato nella dichiarazione dei redditi a partire dall'anno successivo ed è detraibile in:
• 10 anni per tutti i contribuenti con meno di 75 anni di età;
• 5 anni per i contribuenti con meno di 80 anni;
• 3 anni per i contribuenti con più di 80 anni.
Sui lavori e i materiali è inoltre prevista, di regola, l'aliquota Iva agevolata al 10%.
Beneficiari
Tutte le persone fisiche che:
• ristrutturano un immobile posseduto a qualsiasi titolo (cioè i proprietari ma anche chi è in affitto o in usufrutto) entro il 31 dicembre 2012;
• acquistano un immobile ristrutturato da imprese di costruzione o cooperative entro il 30 giugno 2013 (ma la ristrutturazione dev'essere conclusa sempre entro il 31 dicembre 2012).

Ecobonus sulle ristrutturazioni e risparmio energetico

E' stata approvata dal Consiglio dei ministri la proroga dei bonus fiscali per le ristrutturazioni e il risparmio energetico che e' salito dal 55 al 65%. Il provvedimento riguarda sia gli interventi di riqualificazione energetica dei privati, cioè delle singole abitazioni, che dei condomini e, come spiegato dal ministro dello Sviluppo, è stato prorogato di 6 mesi per i privati e di un anno per i condomini. L'ecobonus varrà dal prossimo 1° luglio (data di scadenza delle precedenti detrazioni) al 31 dicembre ma, se i lavori di ristrutturazione saranno "importanti" cioè riguarderanno "almeno il 25% della superficie dell'involucro", sarà prorogato fino al 31 dicembre 2014. "Per le spese documentate sostenute a partire dal 1 luglio 2013 fino al 31 dicembre 2013 o fino al 31 dicembre 2014 (per le ristrutturazioni importanti dell'intero edificio), - spiega il governo - spetterà la detrazione dell'imposta lorda per una quota pari al 65% degli importi rimasti a carico del contribuente, ripartita in 10 quote annuali di pari importo". A ciò si aggiunge il super-sconto per tutto il 2013 sulle ristrutturazioni, approvato dal governo nel testo del decreto. L'aumento della detrazione fiscale al 50% previsto dal decreto sviluppo del giugno 2012, che doveva scadere il 30 giugno prossimo verrà prorogato al 31 dicembre ed esteso anche agli arredi fissi. Ci saranno 6 mesi in più quindi per eseguire interventi edilizi di vario genere sulle abitazioni e ottenere il rimborso (rateizzato in 10 anni) della metà della spesa.
Il decreto Sviluppo
Oltre ad aumentare di 14 punti percentuali lo sconto fiscale (dal 36 al 50%), il decreto sviluppo aveva anche raddoppiato il tetto di spesa ammesso alla detrazione, da 48mila a 96mila euro, triplicando la detrazione massima consentita:
• prima era il 36% di 48.000, cioè 17.280 euro;
• ora è il 50% di 96.000, cioè 48.000 euro.
Allo scadere del periodo di "promozione", il 1° gennaio 2014 (salvo ulteriori proroghe), il bonus fiscale tornerà alla vecchia aliquota (36%) e al precedente tetto di spesa (48mila euro).

fonte: web